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Vantaggi e (soprattutto) svantaggi della “fine del mondo”

18.01.2013 // Guatemala

tikal

La trovata pubblicitaria della presunta “fine del mondo” suppostamente profetizzata dall’antica sapienza maya, abilmente manovrata dal marketing turistico, ha portato un innegabile vantaggio economico ai paesi di cultura maya.

Si calcola che le varie “celebrazioni”, più o meno corrispondenti a un grossolano gusto di turisti non troppo esigenti, hanno fatto confluire migliaia di persone in Messico, Guatemala, Honduras, El Salvador e Belice con indubbi vantaggi per l’economia dei cinque paesi dove si sviluppò una delle più affascinanti civiltà precolombiane mesoamericane.

Oltre ai più famosi e visitati siti archeologici, anche altre località hanno beneficiato di questo interesse massiccio per la fine del 13 B'aktun (ciclo calendariale di 5.200 anni) che, senza alcuna base storica, era stato erroneamente considerato come la “fine del mondo” tout court.

L’afflusso turistico è stato calcolato con un incremento del 10%  proprio in corrispondenza della fatidica data del 21 dicembre che, secondi i calcoli degli antichi maya, avrebbe segnato il passaggio da un’era storica a quella successiva.

Si potrebbe pensare che, anche se si è  trattato di un’operazione commerciale culturalmente priva di fondamento, il richiamo a visitare le antiche rovine maya in un’occasione tanto particolare ha comunque avuto il merito di far conoscere molti pregevoli monumenti storici, di grande bellezza ed importanza. Ma anche di grande fragilità, non adatti a sopportare “l’assalto” di migliaia di persone, non sempre consapevoli dell’importanza storica e culturale di luoghi tanto affascinanti quanto, purtroppo, irresponsabilmente  poco protetti.

Non parliamo di sperdute rovine poco conosciute dal turismo di massa. Il bellissimo sito guatemalteco di Tikal. la più grande città maya finora trovata, è stato letteralmente invaso da oltre settemila turisti che, infrangendo regole di buon senso ed espliciti divieti, hanno “scalato” le sue meravigliose piramidi, Patrimonio dell’Umanità.

Il risultato di un atteggiamento tanto irresponsabile sono i danni “prácticamente irreparables”, a detta del responsabile tecnico del Parque Arqueológico de Tikal, a uno dei suoi monumenti più importanti: la piramide conosciuta come Templo II, prospiciente  quella del Gran Jaguar nella Gran Plaza Central de Tikal, il più monumentale insieme di edifici del sito archeologico.

Non saranno mai sufficienti i richiami alla responsabilità di un turismo che non dovrebbe mai trasformarsi in occasione di sfruttamento indiscriminato(quando non addirittura di distruzione) delle risorse e di mancanza di rispetto per la cultura e le popolazioni dei paesi mete dei nostri viaggi.
 

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Paese: Guatemala
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