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Ad Haiti con amore

13.04.2013 // Dove vuoi andare?

haiti viaggiinamericalatina.it

Meta insolita, questa. Haiti infatti non è nota come destinazione turistica. Noi ci fermeremo al sudovest della sua costa meridionale, vicino alla  località di Les Cayes,su una piccola isola dal nome curioso: Lilavach, in creolo, Île à Vache in francese, che tradotto poco poeticamente significa: Isola della Vacca.

Un nome più interessante è quello di una sua località, Port Morgan, Porto Morgan, dal nome del famoso pirata inglese che se ne serviva come base delle sue operazioni con la Jamaica Merchant, la nave con la quale  compiva le sue scorrerie.

Inizialmente spagnola, l’isola divenne francese nel 1697, quando la Spagna cedette alla Francia tutta la parte di Hispaniola che prese il nome di Haiti, tenendo per  sé la parte corrispondente all'attuale Rep. Dominicana.

Il mare prospiciente all’Île à Vache conserva il ricordo di molte battaglie e incursioni pirate e sui suoi fondali giacciono ancora tesori che i cacciatori non smettono di cercare.

Un tesoro decisamente più accessibile sono le sue bellissime spiagge e il paesaggio incantevole, definito come uno dei più belli di tutti i Caraibi, che fanno dell’ Île à Vache una meta prestigiosa per il turismo internazionale. Un turismo selezionato ed esclusivo, ospitato in due soli resort di altissima qualità.

Ma Île à Vache non è solo sinonimo di ricchezza ed esclusività. Proprio su quest’isola una associazione (Friends of  Ile a Vache) sta sviluppando dei progetti per rifornire la popolazione di cibo fresco e acqua pulita. Due obiettivi fondamentali per tutta Haiti, dove i volontari sono intenzionati a far conoscere e sviluppare i loro progetti.

La storia di questa associazione è singolare. Infatti è nata nel 1999, quando un gruppo di amici si recò sull’isola per cercare di rintracciare un mito della marina canadese, il Blue Nose, un veliero affondato nel 1946 lungo queste coste. Dall’incontro con la popolazione di Haiti e le  sue pessime condizioni di vita nacque l’idea di cercare un altro tesoro: quello della  solidarietà.

Ora sulla piccola isola vi sono 40 cisterne dove viene filtrata l’acqua piovana. Sulla costa sono state organizzate delle itticolture, che provvedono di pesce fresco la popolazione. Tecnici e operatori sono tutti haitiani. Un modello che speriamo  si diffonda su tutto il territorio haitiano, aiutando a spezzare il circolo vizioso degli aiuti internazionali, che come è stato ampiamente dimostrato in molti paesi, finiscono con l’aggravare la situazione economica e di dipendenza dei paesi “aiutati”.

Informazioni utili

Per saperne di più dell'associazione Friends of Ile a Vache che gestisce il progetto, vedi i siti in inglese  http://www.friendsofileavachehaiti.com/      e http://www.helpourplanetevolve.com/home/friends-of-ile-a-vache-haiti

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