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Viaggio all'origine del tango: Montevideo e La cumparsita (2)

06.06.2011 // Dove vuoi andare?

orchestra tango
Immagine a dimensioni reali - foto di http://hojasdeafeitarargentinas.blogspot.com/

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Siamo arrivati, nel nostro viaggio dedicato al tango, a Montevideo, una città che è riuscita a conservare il suo fascino, nonostante le distruzione di molti vecchi edifici e le costruzioni degli anni ’70. Quasi di fronte a lei, più a nord sull’altra riva del Rio de la Plata, l’eterna rivale: Buenos Aires che, a detta dei montevideani, ha “usurpato” la gloria di essere la culla del tango. Naturalmente i porteños, gli abitanti di Buenos Aires, sono di tutt’altro avviso.

E’ un fatto che molti compositori, di nascita uruguaiana, sono poi andati a vivere e lavorare a Buenos Aires, così come altri hanno invece fatto il percorso inverso. Quello che è certo è che il tango è rioplatense. Nato prima in Uruguay o in Argentina? Prima a Montevideo o a Buenos Aires?

Se proprio ci interessa stabilire un primato cronologico, dobbiamo riconoscere che il primo tango divenuto celebre oltre i confini del Rio de la Plata, l’icona stessa del tango prima di Piazzolla, il famosissimo La Cumparsita, è stato scritto e musicato da un compositore uruguaiano e suonato per la prima volta proprio a Montevideo. Anche il nome La Cumparsita è legato a questa città. La sua prima versione fu infatti composta nel 1916 da un giovane studente della facoltà di architettura all'università di Montevideo, Gerardo Hernan Matos Rodriguez, detto El Becho, nell’atmosfera fumosa della sala da ballo del Club Nacional de Football, e venne eseguita per la prima volta nella Confitería La Giralda, un bar collocato nel centro di Montevideo. Il circolo studentesco che si riuniva al Club Nacional de Football si chiamava La Comparsa , come i gruppi di ballerini e musicisti che aprono il carnevale di Montevideo con le loro sfilate caratterizzate dall’eredità musicale degli afrodiscendenti, ancora presenti nella capitale uruguayana.

Che abbia ragione la poetessa Idea Vilariño, una delle figure più celebri della cultura uruguaiana, quando nel prologo di una raccolta di testi di tango scrive: "Los intelectuales argentinos que se ocupan del tema.... confunden el tango con Buenos Aires, con la porteñidad y parecidas abstracciones, olvidando la enorme proporción de uruguayos y otros provincianos que estuvieron en los orígenes y en el desarrollo del tango, desdeñando tener en cuenta que en otras ciudades de esta área cultural, como recuerda Vidart, se dieron las mismas etapas, los mismos fenómenos, los mismos fervores, paralela, contemporánea, y, aún, precedentemente".

La disputa sulla paternità del tango è impossibile da dirimere. Come in ogni musica popolare le sue radici affondano nei sentimenti e nella vita della gente comune e non nei versi dei poeti. E’ impossibile dire quando un ritmo comincia a definirsi, quando una delle sue infinite varianti si impone come un nuovo genere. Ma La Cumparsita è una musica che ha avuto un’origine precisa: è nata da un uruguaiano e nel 1997 è stata proclamata inno popolare e culturale uruguaiano e gli uruguaiani non tollerano usurpazioni. Pensate che alle Olimpiadi di Sidney nel 2000 la rappresentanza argentina, avendo osato marciare al ritmo della Cumparsita causò un incidente diplomatico con il governo uruguaiano, che ne contestava l'uso in una parata ufficiale da parte degli argentini.

Ma oggi, Montevideo è ancora una città tanguera? Certamente. Sono molti infatti i locali che propongono serate di ballo, specificando quale tipo di tango venga suonato: argentino o uruguaiano. E più di un locale, come la Casa de Galicia, la Confiteria Lido e l’ Inter bailable, ammette orgogliosamente solo tango oriental, cioè uruguaiano.

Se vi capita di visitare Montevideo tra novembre e aprile, cioè nei mesi più caldi, cercate di fermarvi per il sabato. Nella centrale Plaza del Entrevero tutti i sabati, a partire dalle sei di sera, ci sarà la Milonga al aire libre, il ballo all’aperto. Se non ve la sentite di confrontarvi con gli esperti ballerini montevideani, sarà comunque piacevolissimo fare una sosta per ammirarli e per ammirare il centro di questa piazza, con la sua grande fontana circolare, arricchita al centro dal monumento che dà il nome con cui è conosciuta la piazza: l’entrevero, la lotta tra gli indios e i gauchos . La serata può continuare visitando qualche locale dal nome romanticamente evocativo: Lo de Margot, Barrio Viejo, Divina Milonga, el Milongón, o El Joven Tango al Mercado de la Abundancia, dove sono ammessi tutti gli stili di tango.

Sicuramente la vostra noche tanguera vi piacerà molto e vi verrà voglia di attraversare il Rio de la Plata per andare a conoscere l’altra capitale del tango: Buenos Aires.

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04.06.2011 by Mariella Moresco
17.06.2011 by Mariella Moresco
Paese: Uruguay
Viaggio in Uruguay
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