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Risalendo l'Ucayali Gabriele si avvicina alla meta

06.03.2017 // Cultura

gabriele croppi rio amazzoni

Sono passati più di due mesi dall’inizio del viaggio-avventura di Gabriele lungo il Rio delle Amazzoni.

Mesi ricchi di esperienze che solo un viaggiatore temprato riesce ad affrontare, di aperture su mondi totalmente lontani dal nostro. Mesi bellissimi. Mesi faticosi.

In più di un resoconto spunta, tra le righe, l’accenno alla stanchezza.  Ma basta qualche giorno passato in compagnia di persone a loro modo “speciali”, per farla sparire, per ritrovare l’entusiasmo e l’energia di continuare.

Ormai la meta sembra (“sembra”) avvicinarsi. Quella che sicuramente si avvicina è la fine del tratto navigabile del Rio Ucayali, il braccio principale del Grande Fiume, prima di unirsi al Rio Marañon e diventare ufficialmente il Rio delle Amazzoni.

Gabriele si imbarca su una “carcassa peruviana, la nave che in tre giorni e mezzo -ma è già in ritardo, e ci vorranno ventiquattro ore in più- mi porterà a Puccallpa, il posto da cui comincerò a risalire l'ultimo tratto navigabile del Rio Ucayali. Una carcassa lenta, sporca, disorganizzata, sovraffollata, che se mi metto a pensare a come stavo sulle bagnarole brasiliane, in confronto era come essere sulla Love Boat”.

E mentre fa passare il tempo sulla “carcassa peruviana”, la sua mente si ingarbuglia a riflettere su “una sfida, che è quella di definire scientificamente un fenomeno che inizia dove termina il linguaggio. Ma come?” .

Il fenomeno è quello dell’allucinazione prodotta dall’ayahuasca, una bevanda allucinogena usata per la divinazione dagli sciamani andini. Ma niente paura. Gabriele riflette solo sull’esperienza di chi “gioca” pericolosamente con situazioni che spesso portano a risultati letali chi vi si avvicina spinto dal desiderio di arrivare all’estremo “confine dell'esperienza umana , convinto che “tali allucinazioni confermassero l'esistenza di una realtà extra linguistica, cioè, un mondo parallelo raggiungibile solamente con il superamento della prigione culturale in cui erano imbrigliati”.

https://www.slowing.co/single-post/2017/02/10/34-Problemi-epistemologici



Finalmente l’arrivo a “una città con la strada, che se non fossimo in epoca di piogge e di slavine, potremmo dire collegata con il resto del Perù. Ma non importa, non importa. Mi godo la città con la strada e con la Coca-Cola in bottiglia: una città che si chiama Pucallpa, in cui le consonanti si sprecano e sembrano messe in fila per infastidire gli stranieri come me. […]
Mi fermerò ancora qualche giorno a Puccalpa, e poi risalirò l'Ucayali per l'ultimo tratto di navigazione, sino a Satipo, passando per Atalaya. A Satipo incontrerò i responsabili di un'organizzazione che tutela i diritti degli indios Ashaninka, per capire se potrò risalire il Rio Ene sino a San Francisco, prima di cominciare ad alzarmi di quota, in territorio andino, in direzione di Cuzco e poi verso Arequipa, nel sud del paese, per organizzare l'ultima spedizione: l'ascesa finale verso le fonti del del Rio Amazonas
.”

https://www.slowing.co/single-post/2017/02/15/35-Un-angelo

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Paese: Peru
Viaggio in Peru
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